Nel 2025, parlare di assegno familiare significa in gran parte riferirsi a un sistema che ha subito un’importante trasformazione. La riforma del welfare familiare introdotta negli ultimi anni ha modificato radicalmente la struttura degli aiuti economici destinati alle famiglie, con la progressiva sostituzione dell’assegno familiare tradizionale da parte dell’assegno unico e universale.
Nonostante questo cambiamento, la ricerca di informazioni con il termine “assegno familiare” continua a essere diffusa, segno che molte famiglie fanno ancora riferimento al nome storico della misura. Oggi il sostegno economico alla genitorialità viene erogato principalmente attraverso l’assegno unico, che ingloba e supera le precedenti forme di aiuto, offrendo un contributo mensile proporzionato alla condizione reddituale e alla composizione del nucleo familiare.
Conoscere i requisiti, gli importi, le procedure per la domanda e le eventuali compatibilità con altri benefici è essenziale per comprendere a pieno il funzionamento di questo strumento nel 2025.
Che cos’è l’assegno familiare e a cosa serve
Prima di comprendere come funziona oggi il sostegno per le famiglie, è utile chiarire il significato dell’assegno familiare, il contesto in cui è nato e in che modo si differenzia rispetto alle misure attuali.
L’assegno familiare era un contributo economico erogato mensilmente dall’INPS, destinato ai lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi e con persone a carico, in particolare figli. Il suo obiettivo principale era quello di sostenere il reddito delle famiglie più fragili, offrendo un aiuto proporzionato al numero dei componenti del nucleo familiare e al livello reddituale.
Fino al 2022, avevano diritto all’assegno familiare i lavoratori dipendenti del settore privato e i titolari di pensione da lavoro dipendente. Il beneficio era calcolato in base al reddito familiare complessivo, al numero dei componenti e al tipo di rapporto di lavoro. L’importo variava sensibilmente e veniva aggiornato annualmente.
Rispetto ad altri strumenti come il bonus bebè o il bonus nido, l’assegno familiare era legato alla posizione lavorativa e alla composizione del nucleo. Era cumulabile con alcune misure ma non con altre. La sua struttura rigida e frammentata è stata una delle ragioni che hanno spinto verso la riforma del sistema, culminata nell’introduzione dell’assegno unico.
Cosa è cambiato nel 2025
Nel 2025 l’assegno familiare tradizionale non esiste più per la maggior parte dei nuclei, ma ha lasciato spazio a una misura unica, più inclusiva e continuativa: l’assegno unico e universale. Questa sezione chiarisce l’evoluzione normativa e amministrativa.
A partire da marzo 2022 è stato introdotto l’assegno unico, come misura permanente rivolta a tutte le famiglie con figli a carico, indipendentemente dalla condizione lavorativa dei genitori. Ha accorpato l’assegno familiare e vari bonus esistenti. Secondo i dati INPS, nel solo 2023 sono stati erogati assegni a oltre 9 milioni di figli.
L’assegno unico ha assorbito l’assegno per il nucleo familiare (ANF), il bonus bebè e altre prestazioni. Attualmente viene calcolato in base all’ISEE, all’età e al numero dei figli, alla presenza di disabilità, alla situazione lavorativa dei genitori. L’importo massimo per figlio può superare i 200 euro mensili, con ulteriori maggiorazioni previste per famiglie numerose, madri under 21, genitori lavoratori.
Le uniche situazioni in cui il vecchio assegno familiare può sopravvivere riguardano nuclei senza figli o con componenti diversi (es. genitori anziani a carico). Per queste fattispecie restano valide forme residuali di ANF, ma con regole e importi molto diversi rispetto al passato.
Chi ha diritto all’assegno familiare nel 2025
Le nuove regole stabilite con l’assegno unico rendono più ampio il bacino dei beneficiari. Questa parte analizza nel dettaglio chi può accedervi e a quali condizioni.
Tutte le famiglie con figli minorenni a carico hanno diritto all’assegno unico, senza alcuna discriminazione legata al tipo di lavoro o alla posizione contributiva. Il requisito è che il figlio sia fiscalmente a carico e conviva o sia affidato al richiedente.
L’assegno continua fino al compimento dei 21 anni, a condizione che il figlio frequenti un corso di studi o una formazione professionale, svolga un tirocinio con reddito inferiore a 8.000 euro, o sia iscritto al centro per l’impiego.
Per i figli con disabilità, non esistono limiti di età. Le famiglie con più di tre figli ricevono una maggiorazione fissa sull’importo base. Queste misure mirano a tutelare i nuclei con bisogni economici più elevati e a favorire l’inclusione.
A quanto ammonta l’assegno familiare oggi
L’importo dell’assegno dipende da numerosi fattori. Il calcolo si basa principalmente sull’ISEE, ma considera anche la composizione e alcune caratteristiche specifiche del nucleo.
Per il 2025, l’importo mensile base è di circa 189,20 euro per ciascun figlio minorenne, con un ISEE inferiore a 17.090 euro. L’importo si riduce progressivamente fino a circa 54 euro mensili per ISEE pari o superiori a 45.574 euro (fonte: inps.it).
Le famiglie con più di due figli hanno diritto a una maggiorazione variabile da 15 a 85 euro in base al numero e all’età. Esiste anche un incremento del 50% dell’importo per i figli da 1 a 3 anni in nuclei con almeno tre figli minori.
In assenza di un ISEE valido, l’INPS eroga comunque l’assegno, ma nella misura minima prevista. La presentazione dell’ISEE consente invece di accedere agli importi pieni, comprese le eventuali maggiorazioni.
Come richiedere l’assegno familiare
La procedura per fare richiesta è interamente digitale. Il portale INPS consente una gestione semplificata, anche tramite intermediari autorizzati come patronati e CAF.
La domanda si presenta accedendo all’area riservata su www.inps.it tramite SPID, CIE o CNS. Occorre selezionare la voce “Assegno unico e universale per i figli a carico” e seguire la procedura guidata. L’assegno decorre dal mese successivo alla presentazione.
Servono: ISEE in corso di validità, codice fiscale dei figli, eventuali dati bancari per l’accredito. In caso di genitori separati, va indicata la scelta della ripartizione dell’importo (50/50 o intero).
La richiesta può essere presentata in qualsiasi momento dell’anno. Se inoltrata entro il 30 giugno, gli arretrati vengono riconosciuti da marzo. I pagamenti avvengono mensilmente, di norma tra il 15 e il 27 del mese.
Altri bonus compatibili
Una delle domande più frequenti riguarda la possibilità di cumulare l’assegno familiare con altri benefici. Vediamo i principali casi.
Fino alla sua sostituzione con l’Assegno di inclusione, il Reddito di cittadinanza prevedeva una quota per i figli minori. Ora l’importo dell’assegno unico viene scorporato e corrisposto direttamente dall’INPS, senza bisogno di ulteriori richieste.
L’assegno unico ha sostituito anche il bonus bebè, ma resta compatibile con il bonus nido, i contributi comunali per l’infanzia e altri strumenti regionali, purché non si sovrappongano al medesimo beneficio.
Novità 2025 sull’assegno familiare
Ogni anno vengono aggiornate le soglie ISEE e gli importi in base all’indice ISTAT. Nel 2025 sono entrate in vigore nuove tabelle ufficiali e piccoli aggiustamenti procedurali.
Le soglie ISEE per il 2025 sono state rivalutate del 5,4% rispetto all’anno precedente, in linea con l’inflazione. Gli importi mensili dell’assegno hanno quindi beneficiato di un piccolo incremento .
Chi aveva già fatto domanda negli anni precedenti non deve rinnovarla, ma deve aggiornare l’ISEE per evitare di ricevere solo l’importo minimo. Il sistema INPS effettua i calcoli automaticamente in base ai dati presenti.