Camicie o camice: come si scrive il plurale di camicia?

L’italiano, si sa, è una lingua abbastanza complessa, ricca di sfumature e regole grammaticali. A volte, queste ultime sono talmente arzigogolate che nemmeno i madre lingua riescono a sottrarsi alla minaccia di commettere degli svarioni che farebbero impallidire il povero Dante. Uno dei più frequenti consiste nello scambiare il termine “camicie” con “camice”. Approfondiamo l’argomento.

Significato

Iniziamo con un’utile e necessaria distinzione: le camicie sono dei capi di abbigliamento da indossare sotto la giacca e  sulle quali penzola spesso un’elegante cravatta in coordinato.

Il camice invece è quello che vediamo indosso al medico, al farmacista, agli addetti a preparazioni alimentari e così via che utilizzano questo indumento per coprire i loro abiti borghesi evitando che si sporchino sul lavoro o per avvisare in qualche modo chi non li conosce di ricoprire un certo ruolo o una certa funzione all’interno di un ospedale, di un’attività commerciale, ecc.

Plurale di camicia

Adesso passiamo ai plurali ed ai singolari. Se non possedete molte camicie da indossare sotto la giacca, potreste provare ad andare in giro a fare shopping: chissà che non troviate la camicia che faccia per voi (abbiamo quindi imparato che camicia e camicie indicano lo stesso tipo di oggetto e che le due forme individuano rispettivamente il singolare ed il plurale dello stesso capo di abbigliamento).

Se invece negli spogliatoi dell’ospedale più di un medico ha dimenticato il suo camice, potremmo dire di sembrare ad una svendita di camici (quindi camice al singolare e camici al plurale).

Camicie o camice?

Come già accennato in precedenza, la nostra lingua può trarre spesso in inganno, a prescindere dagli studi compiuti e dal grado di cultura di ognuno di noi, lo svarione è sempre dietro l’angolo. Dato che i dubbi, fidatevi, vengono un po’ a tutti, nel caso di camice e camicie è forse bene riportare alla mente una regoletta, magari studiata a scuola ma ormai da tempo dimenticata in un angolo remoto della mente: questa piccola norma può tirarci fuori da qualsiasi fase di stallo e dall’imbarazzo che inevitabilmente la accompagna.

Le regole grammaticali per non confondersi

Tenete quindi presente che tanto la “C” quanto la “G” se precedute da vocale, al plurale vengono in genere seguite dalla lettera “i” a cui poi si aggiungono le restanti lettere che compongono la parola. Per essere più chiari, l’esempio pratico a volte è più utile di mille spiegazioni, guardate i corsivi dei seguenti modelli: camicia-camicie, valigia-valigie e così via.

Ciò non avviene quando invece “C” e “G” sono precedute da consonante ed in quel caso i plurali eliminano la “i”; attenti ancora ai corsivi: pioggia-piogge, pancia-pance e via di seguito.

Fermi un attimo però, non abbiamo ancora finito: come spesso accade in italiano, alle regole grammaticali ci sono molte eccezioni e deroghe.  I nomi con desinenza “-accia”, “-iccia”, “-occia” ed “-uccia” al plurale perdono infatti la “i” (p.es. salsiccia-salsicce).

Nel caso in cui i vostri dubbi persistessero o non ricordaste più la legge appena illustrata, non siate timorosi: cercate numi su internet, consultate il vecchio libro di grammatica che usavate a scuola o, se proprio non riuscite a trovarlo, un bel dizionario della lingua italiana.