Il decreto del Reddito di Cittadinanza 2019 (vedi Gazzetta Ufficiale) prevedeva l’introduzione del navigator, una nuova figura professionale con lo scopo di aiutare il cittadino con reddito di cittadinanza, a trovare lavoro.
Secondo chi ha pensato a questa figura professionale, il navigator doveva mediare tra il disoccupato, il centro per l’impiego e l’azienda. I navigator sono costati circa 180 milioni di euro dei soldi pubblici in un solo anno, un costo decisamente elevato se messo in confronto con i risultati che ha offerto, visto che le cose non sono andate come si sperava.
I risultati ottenuti con i navigator
Le assunzioni di queste figure professionali sono partite in ritardo, cinque mesi dopo rispetto a quando è entrata in vigore la misura governativa, anche a causa dei titolari dei centri regionali per l’impiego che non desideravano i navigator nell’organico. Furono selezionati con contratto a termine 2.980 persone a settembre 2019 ma già a dicembre 2020 il numero era sceso a 2.668 (https://www.panorama.it/economia/navigator-reddito-cittadinanza-dati).
Dovevano rappresentare figure chiave nel meccanismo del Reddito di Cittadinanza, eppure in oltre un anno di attività i colloqui che hanno effettuato con coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza sono stati solo 950 mila, circa una media di un colloquio al giorno per quasi 3000 impiegati.
Le verifiche effettuate sono state circa 700 mila, cioè circa 1 ogni 2 giorni. Le aziende contattate invece sono state 450mila e 352.068 persone hanno avuto almeno un rapporto di lavoro ma dopo nemmeno due mesi i rapporti erano già scesi a 192.851. Numeri questi che parlano di un fallimento.
Scoppia poi la pandemia e con il lockdown i dipendenti dei centri per l’impiego hanno iniziato a lavorare da casa e la condizionalità per il diritto di cittadinanza venne sospesa, di conseguenza la figura dei navigator divenne non più necessaria.
Oggi però i circa 2.700 navigator, riuniti nell’Associazione Nazionale Navigator, vogliono far valere i propri diritti e desiderano la proroga del contratto, specificando che gli scarsi risultati non sono dovuti a loro ma all’assenza di direttive politiche e linee guida che potessero ottimizzare l’investimento.
Reddito di cittadinanza e ricerca del lavoro, come stanno davvero le cose
Il Reddito di cittadinanza aiuta la gente ad avere degli ingressi, però non a essere inseriti di nuovo nel mondo del lavoro. Come scritto in questo articolo di Il Messaggero, il 70% delle persone che tra aprile e giugno 2019 ha iniziato a percepire il reddito, lo aveva ancora nell’ultimo semestre del 2021. Un fenomeno che sicuramente è da collegare alla pandemia e alla difficoltà a trovare un lavoro.
Però, statistiche alla mano, notiamo che i persistenti sono soprattutto quelli che vivono nelle Isole e al Sud. Il divario comunque viene spiegato con un alto tasso di disoccupazione, la mancanza dei servizi adeguati e anche il basso livello di istruzione generale. Purtroppo però è una situazione che non può essere certo sostenuta per sempre.
Chi sta percependo il reddito di cittadinanza ha bisogno di essere reinserito nel mondo del lavoro. Come fare adesso che il progetto dei navigator è fallito? Semplicemente ogni persona deve fare quello che faceva prima, cercare lavoro in modo da potersi permettere di sostenere economicamente la propria famiglia. Nel paragrafo successivo ti spieghiamo come fare a trovare lavoro oggi.
Navigator falliti: come trovare lavoro adesso?
Uno strumento eccellente per trovare lavoro è il web. Ci sono centinaia di siti di offerte per trovare lavoro, al cui interno ci sono annunci che arrivano praticamente da ogni angolo d’Italia. Sono piattaforme il cui compito è quello di facilitare le aziende a trovare lavoratori e le persone a rintracciare le aziende che assumono. Non è così semplice come sembra però.
Anche se il meccanismo di questi portali di offerte è piuttosto semplice, trovare il modo di farsi assumere è decisamente più difficile. Entri all’interno di un portale di offerte, trovi un annuncio che ti interessa e compili il form allegando il curriculum. Inizi a inviare la tua candidatura al numero maggiore possibile di aziende. Però non hai fatto i conti con una serie di ostacoli.
Come prima cosa devi trovare una piattaforma di annunci di lavoro sicura, come per esempio Risorse.it che propone una selezione di offerte in base all’area geografica, con la possibilità di impostare filtri per rendere la ricerca più specifica. Una volta impostata la ricerca in base alla zona è opportuno scegliere il settore lavorativo di proprio interesse, così verranno mostrati esclusivamente gli annunci collegati e su questi si potrà scegliere fra ulteriori filtri, come la possibilità di lavorare in sede o in smart working.
Una volta trovate le offerte più interessanti bisognerà leggere nello specifico i requisiti minimi richiesti da ciascuna azienda per capire se si è in grado di soddisfarli. Solo in questo caso dovrai inviare la tua candidatura allegando il tuo curriculum vitae, che rappresenta un importante biglietto da visita per chi dovrà valutarti, un po’ come la prima impressione.
Se hai esperienza in due o più settori lavorativi e desideri tentare tutte le strade pur di trovare lavoro, non creare un curriculum generico che vada bene per tutti. A questo scopo potrebbe esserti utile leggere questa guida su come si scrive un curriculum. Piuttosto creane uno per ogni tipologia di lavoro, evitando di inserire impieghi precedenti poco attinenti che non aiuterebbero chi dovrà valutarti.