La nostra lingua ha mutuato dal latino parecchie parole ed altrettante regole grammaticali. Queste ultime, scarsamente presenti in altri ceppi linguistici, sono invece talmente tanto ingombranti nelle lingue neolatine che spesso gli stranieri faticano parecchio ad apprendere il francese, lo spagnolo, il portoghese e l’italiano.
Dato che in molti casi anche gli italiani sembra che fatichino a parlare correttamente l’italiano, vediamo di rispondere a qualche dubbio che almeno una volta nella vita ha attanagliato chiunque: si dice constatare o costatare?
Costatare o constatare
Ricordate quando parlavamo degli italiani che non sanno parlare l’italiano? Purtroppo la nostra lingua è tanto complessa che i dubbi vengono anche gli esperti e gli addetti ai lavori che, qualche volta, possono persino suggerire delle forme effettivamente non molto corrette o delle soluzioni contraddittorie, lasciando i comuni mortali un po’ perplessi.
Constatare significato
Iniziamo col dire che “constatare” e “costatare” sono due forme relative allo stesso verbo (il cui significato, lo sappiamo tutti, è quello di appurare, rendersi conto, ecc.) che secondo molti grammatici sono concorrenti (ossia egualmente presenti nella lingua scritta ed orale) ed altrettanto corrette. A parere di qualcun’altro invece soltanto la forma che prevede l’aggiunta della “N”, quindi “constatare”, sarebbe effettivamente esatta.
Etimologia
Ma, andiamo con ordine. Il termine in questione ha una chiara etimologia latina la quale, lo sostengono gli specialisti, si sarebbe dovuta evolvere sino alla forma attuale mantenendo la “N”. La trasformazione delle parole nel corso dei secoli segue infatti precise regole linguistiche sulle quali sarebbe inutile dilungarsi in questa sede. Di fatto comunque basti sapere a chi legge che questo processo non avviene mai in maniera illogica e casuale e che quindi è sempre possibile ricostruire le varie forme evolutive di un vocabolo.
Quando una “N” fa la differenza
L’accettazione della variante priva di “N” deriva più che altro da fattori contingenti quali la maggiore facilità di pronuncia (a cui per norma segue un certo successo ed un sempre più ricorrente utilizzo della parola soprattutto nelle fasce meno colte della popolazione o nel linguaggio parlato) ed una sonorità tutto sommato gradevole.
Tirando quindi le somme, nessuno potrà accusarvi di aver commesso un grosso errore grammaticale se scriverete o pronuncerete la parola “costatare”. Sappiate però che in realtà questa forma, per quanto attestata e di uso corrente, è di fatto meno corretta rispetto alla concorrente “constatare”.
Scegliete quindi di usare quest’ultima variante in contesti che meritano l’adozione di una lingua forbita ed elegante, tra persone di una certa cultura (soprattutto se si tratta di umanisti e letterati che potrebbero storcere un po’ il naso davanti a soluzioni alternative e marcatamente popolari) o quando scrivete: non tarderete a constatare che tutti si congratuleranno con voi per le vostre indiscusse capacità linguistiche…