Poeta greco autore di elegie? Focilide: vita, opere e poetica

Focilide fu un poeta elegiaco greco originario di Mileto e vissuto intorno al VI sec. a.C. Ad oggi poco o nulla sappiamo sul suo conto: sono scarsissime infatti le informazioni biografiche ricavabili da altre fonti o giunte sino a noi in maniera diretta. Tuttavia il letterato ebbe sicuramente un discreto seguito tra i suoi contemporanei: non è un caso che Platone ed Aristotele lo citino ripetutamente nei loro scritti.

I suoi versi ebbero forma breve e furono spesso contraddistinti da una nota moraleggiante. Gli esperti del settore non hanno potuto fare a meno di notare una certa affinità stilistica e tematica con Teognide, altro poeta probabilmente a lui contemporaneo.

Poeta greco autore di elegie

Purtroppo non ci resta molto nemmeno delle opere di Focilide. Ad oggi disponiamo infatti soltanto di qualche frammento, 18 sono quelli sicuramente ascrivibili al poeta, raggruppato dagli studiosi sotto la voce “Gnomai”,  ossia “sentenze”. Questi versi un tempo venivano letti recitando a differenza di alcune composizioni poetiche di analogo contenuto scritte perché venissero declamate con un opportuno accompagnamento musicale.

Il materiale pervenutoci è generalmente composto in distici elegiaci o, in alternativa, in esametri. Il tema di questi scritti, non è difficile intuirlo, è la denuncia sociale. Il poeta si esprime così attraverso i suoi lavori su temi quali la nobiltà, le virtù, l’agricoltura, la politica, la giustizia oppure ancora il mondo femminile (visto spesso con disprezzo e con tendenze fortemente misogine come appureremo in seguito).

I versi qui in esame avevano spesso il medesimo incipit: “Anche questo è di Focilide”.  L’uso ripetuto di questa formula ha indotto qualcuno a ritenere che in effetti gli scritti non fossero attribuibili al nostro poeta o quanto meno ad un unico autore. Era prassi  nella letteratura indoeuropea dell’epoca infatti attribuire una composizione ad una figura autorevole, soprattutto quando il messaggio da veicolare doveva acquisire agli occhi dei lettori prestigio e credibilità. Secondo i sostenitori di questa teoria Focilide era tuttalpiù un saggio originario di Mileto di cui qualcuno carpì idee ed opinioni mettendole poi per iscritto.

Quale che sia la verità, subito dopo questa formula reiterata troviamo sempre una sentenza morale volta a criticare aspramente ogni comportamento eccessivo o fuori dagli schemi dell’etica.

L’autore scrisse sicuramente anche altro nella sua vita, ma per il momento non siamo in possesso di questo materiale. Forse per questo fu facile in passato attribuire erroneamente a Focilide un poemetto, ancora una volta dal tono didattico e moraleggiante, interamente scritto in esametri: il Ποίημα νουθετικόν, un testo sulla poesia. A ben guardare però la datazione di questo poemetto non coincide con quella in cui si colloca abitualmente la vita di Focilide, prova ne è il riferimento all’Antico Testamento. Il testo quindi risale probabilmente all’epoca ellenistica, epoca in cui il poeta di Mileto continuava evidentemente a riscuotere successi ed approvazioni.

Il linea generale, a completamento del discorso, ci sembra utile sottolineare che molti studiosi hanno visto delle consonanze stilistiche e poetiche con il già citato Teognide  oltre che con Esiodo.

La poetica

Un particolare approfondimento merita l’ideologia misogina di Focilide, pensiero che ha ispirato contemporanei ed autori futuri nell’elaborazione di un vero e proprio filone di scritti prevalentemente composto da satire sulle donne.

Vero è che ad oggi abbiamo davvero poco su cui poter indagare, ma emerge facilmente dai versi pervenutici un approccio diffidente nei riguardi dell’universo femminile. In uno dei frammenti, ad esempio, Focilide suddivide le donne in quattro categorie aventi un animale come totem. Abbiamo così le cagne, le scrofe, le cavalle ed infine le api. Soltanto queste ultime sarebbero, a suo dire, degne di considerazione, almeno ai fini di un possibile matrimonio (ed ovviamente la loro utilità si esaurirebbe qui).